I due Mostrilli, dalla guardiola di un’entrata secondaria, guatano i calciatori che arrivano alla spicciolata per un allenamento; hanno corrotto il guardiano semplicemente salutando in Catalano. Un bel tipo, che ora intrattiene la cosmopolita amica mia e me parlandoci della Corrida, che un tempo riempiva le arene come ora il calcio riempie questo stadio.
Dice, caritatevolmente in Castigliano: “A Barcelona la Corrida, intesa come Tauromachia, è stata vietata dall’inizio di quest’anno; era in declino già da tempo, e le arene riuscivano a non andare in perdita solo grazie ai turisti.” Provo un moto di simpatia per gli Spagnoli, pensando che forse sbagliavo a considerarli un tantino truculenti. Poi continua, appassionato, con la descrizione delle crudeltà inflitte al toro; finché lo interrompo, prima di svenire.
Riconsidero: forse un tantino sanguinari lo sono, o almeno: questo LO E’, visto l’atteggiamento un po’ morboso. (Ripenso anche a una scultura intravista da un bus, che ora non riesco a recuperare: dei lupi che sbranano un cervo, tipo; voi ne sapete qualcosa?)
Continua: “Esiste un’altra corrida, la Taurocatapsia, o corrida acrobatica; nell’arena il toro attacca l’acrobata, che deve schivarlo o, come i più bravi, saltarlo.
Lo fanno anche le ragazze: sfidare i tori, non attaccare i ragazzi… AHAHAH!!!” (scemo!) “Non è che questi tori siano più buoni; è che, non essendo tormentati, sono meno aggressivi” (Beh, insomma… per me sempre troppo) “Poi, ci sono gli scervellati che si fanno inseguire per le strade di Pamplona. Ma quelli sono Baschi! ” (Ah, a me sembravano scervellati semplici.)
“La corrida acrobatica l’avevano inventata i Cretesi; ci sono le testimonianze sui muri del Palazzo di Cnosso.”
Ma costui, prima di fare il guardiano allo stadio, era una guida nella Plaza de Toros ? Nega, sempre con passione.
Mentre fa un scappata a controllare la sua guardiola, ho modo di pensare ai Greci antichi, coi loro Dei che, crudeli come bambini disinibiti, ne combinavano di tutti i colori, con Tori semidivini che si cibavano di Vergini e con tori veri che nelle arene venivan ‘saltati’ e non massacrati; e poi alla cattolicissima Spagna…
Penso anche a quello che un’autista -incredula ancor più che indignata- ci aveva raccontato appena arrivati: “Mentre noi sputiamo sangue (!) il nostro Re se ne va in Africa A CACCIA D’ELEFANTI ! Che è proibita ! E non si è nemmeno portato dietro la Regina ! E pure di nascosto: se non fosse stato per un incidente, non l’avremmo neanche saputo !!! ”
Ma non ho il tempo di ragionarci su, perché il bel guardiano, soddisfatto, torna da noi e prosegue la lezione: aggiunge orgoglioso che la tauromachia è stata abolita solo nella Catalogna e, se ho ben capito, nelle isole Canarie; nel resto della Spagna tiene.
Con questa distinzione, prende le distanze dal resto della nazione che, Baschi a parte, è castigliana, dominata da Madrid, eterna antagonista sportiva e politica di Barcellona. E questo spiega anche l’attaccamento – ai miei occhi eccessivo – alla squadra calcistica della città, il BARÇA , i cui feticci imperversano ovunque; e non a caso il motto della Polisportiva Barcelona è Més que un club, scritto coi sedili sulle gradinate di Camp Nou, il bellissimo stadio.
Però questa è un’altra storia; che il loquace guardiano ci racconta, ma che ora non riporto.
Ringraziamo l’Appassionato (in Catalano), acchiappiamo i due ragazzini recalcitranti come torelli e ce ne andiamo.
…Olé!