GEPPIN DE L ‘ ËGUA

Siamo invitati a dare un ultimo saluto al mare in mare: come resistere?
Così, eccomi qui, aggrappata alla coda salmastra dell’estate che sta per migrare.
E’ tutto un biancheggiare : di nubi in movimento,  di vele, di spuma sulle onde, di denti – alcuni rivelano il sorriso, altri battono… RAT TAT TAT TA .. BRRR !!
Pioggia, sole a tratti ed acqua gelida. Per me. Non per i bambini: loro sono degli Alieni; ma lo scopro troppo tardi, ad immersione avvenuta.
A vista, infatti, sono l’unico adulto ad aver osato il tuffo: per far colpo su Mostrillo, a momenti viene un colpo a me.  (Ma spero che domani)

Ah, no… Vedo ora che a mollo c’è anche un vecchio eroico…
Chissà da quanto… chissà se è vivo o surgelato…
Forse è lo stesso che a Loano, una vita fa, girava per il litorale senza  mano sinistra, ma con una pietra appesa al collo e sorretta dalla destra.
Geppìn de l’ëgua:  Così zavorrato, dava spettacolo immergendosi cianin cianino fino a sparire sott’acqua e rimanendovi in apnea per eterni minuti tra lo stupore e l’ammirazione di noi piccoli, il compatimento dei grandi e l’apprensione dei Liguri che, ogni volta, temevano di perdere un’attrazione turistica (felliniana: erano i primi anni 60).
Ed ogni volta, invece, sempre passin passetto sulle gambe magrette e scure, riemergeva e raccoglieva le 20, le 50, talvolta le 100 lire che facevamo a gara a portargli, per il brivido di essere accarezzati dal moncherino.

Domenica sera, 19 settembre
Di nuovo alla mia consolle, infreddolita ma soddisfatta.

Voi, che infilavate 50 lire nel flipper e che comperavate il
ghiacciolo a 20, che ricordi felliniani avete?
E voi, che i juke box li avete visti solo al cinema, che mi raccontate?