“Ma perché ‘Perché’ ? “


Avete mai giocato al gioco dei perché?
Di solito viene imposto da un bambino. E’ semplice: vi pone una domanda; voi vi impegnate a rispondere -dopo aver ben ponderato le conseguenze sul suo sviluppo fisico e mentale; lui ci pensa un po’ su e poi chiede:  Perché?
E così via fino ad esaurimento (vostro).
In questi casi si è costretti a prendere atto di quanto siamo incrostati di frasi fatte, di pregiudizi, di cose date per scontate e di lacune. Se le lacune sono tecniche o scolastiche è presto fatto: si va su Google e, almeno approssimativamente, le si colma (purtroppo la tortura viene per lo più subita in auto). Ma se si tratta di lacune esistenziali sono cavoli vostri, rimpiangerete quella volta che avete speso diversamente i soldi destinati all’analista.
Poi però realizzerete che un piccolo analista sta giusto seduto sul sedile posteriore, e gli proporrete di interrompervi la terapia per spendere qualche altro eurino di quelli risparmiati allora in una gelateria, in un cinema, in cartoleria, o simili.
Lui domanderà: Perché?
Non cascateci e mantenete la calma: vuole solo verificare la vostra saldezza di carattere. Se superate la prova, vi concederà una tregua.

Se non avete tempo per fermavi e diversificare, potete invertire i ruoli; ma le fantasiose risposte degne di essere annotate sono una su dieci (per non dir delle domande), e se non siete insegnanti elementari o terapisti, e soprattutto se non è un vostro caro pargolo o nipote o facente funzioni, dopo poco diventa di una noia mortale.

 Nota: più il domandatore cresce, più le domande si fan difficili; eppure, sarà sempre più facile rispondere; in parte perché vi sarete sveltiti di cervello; in parte perché il suo, di cervello, si sarà espanso nel cognitivo ma ristretto entro i confini del socialmente praticabile.

 Comunque, è un giochino che consiglio caldamente. A me serve per non sedermi sulle mie convinzioni quando non ho tempo per leggere e commentare i vostri blog ;-) ; a loro per sviluppare quello spirito critico  che riteniamo tanto prezioso per la loro autonomia di pensiero e di scelta, ma che a volte, a denti stretti, malediciamo.