ÉCHO DU GRAND BOIS
ÉCHO DU GRAND BOIS
“Eco era una Ninfa dei monti perdutamente innamorata di Narciso” legge Donatella, prima liceo, “Lui fuggì e lei si lasciò morire. Non ne rimase che la voce.”
Ecco come sono i maschi, conclude la ragazza cupamente, scagliando il libro lontano.
Nel giro di un’estate, da bimba spensierata che era, si è trasformata in un’adolescente lunatica e bizzarra; nondimeno, è contenta della sua vita – benché talvolta, per darsi un tono, dica che è uno schifo. Donatella ama gli zii che l’hanno cresciuta – anche se vorrebbe tanto ricordare i genitori; adora i cuginetti – tranne quando li strozzerebbe di gusto; ama la scuola e i compagni – pur chiedendosi, di tanto in tanto, se ha scelto quella giusta; e il paesello – che comunque comincia ad andarle stretto; e soprattutto ama la montagna tutt’intorno, anche se ha l’impressione che sia cambiata insieme a lei, con quei sentieri che percorreva allegramente e che ora paiono serpeggiare infidi. Sono gli stessi che da sempre portano al Grande Bosco, dove, ne è certa, i suoi giocano insieme agli spiriti della natura che lì s’incontrano, rincorrendosi con Elfi e Gnomi.
Vi si reca sovente; a volte solo per sentirli chiacchierare con voci di foglie e ruscelli; talvolta per piangere in santa pace; certi giorni, invece, per chiedere consiglio all’Eco del Gran Bosco.
Oggi è uno di quei giorni. E’ afflitta e arrabbiata insieme. Arriva sino al limitare della selva che si affaccia bruscamente su di un dirupo.
“Eco del Grande Bosco, amica mia, ” esclama, “perché i miei sentieri son diventati crepacci, e precipizi, e orridi ? ”
L’Eco risponde: “… RIDI …”
“E di cosa? Non c’è più niente che m’incanta! ”
L’Eco risponde: “… CANTA …”
“Non posso, ho un nodo alla gola … le persone a cui io volevo bene, erano le stesse che amavano me, ma ora … più niente combacia … ”
“… BACIA …”
“Come?!? Figurati! Non sto ad annoiarti con i fatti miei, ma … insomma, son diventata timorosa!”
“… OSA …”
“NO!”
“… NO ...”
“Osare, no! Non ci penso proprio, non voglio … non voglio un rifiuto, voglio … essere cercata… non voglio che i ragazzi … ehm … approfittino di me, e magari neanche un grazie, sai cosa intendo. Lo dicono anche i grandi: se sbagli, la vita non perdona!”
L’Eco risponde: “… DONA …”
A questo punto, Donatella si blocca. DONA …
Il suo nome sarebbe Donata, gli zii dicevano di lei che era stata loro donata. Gli amici però la chiamano Dona e forse in quel nomignolo sta un segreto. O un suggerimento.
Pensierosa, riprende il sentiero verso casa.
Fatti pochi passi, si ferma, si rivolge al Grande Bosco e sussurra: “ Grazie, ora sto meglio.” E aggiunge, ridacchiando: “Non andar via, eh! A presto!”
Ed Eco mormora: ”… RESTO…”
Fin
https://www.youtube.com/watch?v=SeV8AnpuTmM
https://www.youtube.com/watch?v=qYi_WTsJ3ic
Esattamente un anno fa postavo una storiella dedicata alla mia mamma e al mio papà. Questa, invece, l’avevamo scritta insieme, lei ed io. Avevamo preso spunto da una poesia che mi recitava quand’ero bambina: L’Écho du Grand Bois . Non so se mi piacesse di più la poesia o il suono della sua voce.
Ps: Mia mamma si chiamava Angela; Donatella è vivissima, sta benone, la saluto
….. Grande Bosco , con la scusa dell’eco , comprende e rimargina le ferite , naturalmente solo a chi lo sa ascoltare !
Anch’io in montagna ho un meraviglioso bosco di pini , gli ho sempre parlato e domandato , restavo in attesa di un qualsiasi suono , che tante volte captavo e riconoscevo come una risposta … e speravo che fosse davvero un segno , qualche cosa di buono … ma forse era solo una illusione, qualche cosa a cui avrei voluto attaccarmi con tutte le forze, perche’ poi nella realta’ nulla e’ successo , quello che avevo di piu’ caro l’ho perso !!
Rondine,
Fortuna averlo avuto, quello che avevi così caro. E poi non è detto, chissà che nel tuo bosco due spiritelli invisibili non facciano capolino tra le primule e i ciclamini in primavera, occhieggino dal ruscello in estate, da sotto il tappeto di foglie in autunno e tra i bucaneve in inverno. Prova a guardare ancora, con occhi diversi.
Lillino, per caso ho aperto WORDPRESS, il mio blog non è su quella piattaforma:
mi trovi qui:
http://lacasainfondoalbosco.blogspot.com
(non sono riuscita ad ottenere l’iscrizione qui, non è cosa delle più semplici, pertanto beccami con qualche “sefnetto” strano) ciao!
Carla!
Arrivo, ma senza SEFNETTO (???? :/ )
Anche questa tua favola è carina, molto istruttiva, spinge a sperare malgrado qualche batosta, chi non risica non rosica: ecco.
DomenicaLuise,
Ciao! Ah, sì, bè, grazie!.. Pensavo fosse solo un gioco con le parole… quante cose ci hai visto!
Mi sarebbe piaciuto vedere Venere e Giove in congiunzione, proprio oggi che è un anno giusto dalla morte della mia mamma.
Non è una coincidenza meravigliosa?
Non si vede un bel niente, da qui, ma sapere che c’è è bello.
Domani riproverò, in collina.
io li ho seguiti i giorni precendenti , non sapevo che fossere due pianeti , pensavo Venere e Sirio ; ma mi incuriosivano perche’ come una danza si avvicinavano . Pensavo ai genitori che da pulviscolo cosmico erano diventati due stelle luminosissime e, naturalmente, vicine una all’altra …
una coincidenza meravigliosa … davvero
PARDON, avevo sbagliato !!
guarda qui http://www.astroperinaldo.it/blog/il-cielo-di-notte/incontro-tra-due-pianeti-venere-e-giove-in-congiunzione/
Ore 19.08
sono lì, Rondine,
Eccoli, bellissimi!!!
sei fenomenale
Ehmmm… mi par di cogliere una leggera ironia…
Devo commentare in francese?
Anonimoso,
Why not.
Pinot?
Bearzot.
già,… Donare..una bella scommessa
Ciao Titti
Donare e donarsi.
Non saprei quel delle due é più difficile da attuarsi.
Molto bello!
CapeHorn,
a volte non si è neppure abbastanza generosi da accettare. Son cose che vanno insieme, e rendono più leggero vivere.
Ale,
Davvero ti è piaciuto? Vorrei anche postare più storielle, ma 1°), son infantili; 2°) temo quei “Bello, Brava, Oh!” buttati lì per compiacenza. Non so se puoi capire… da te non accade di certo