Christmas sturiellett

:) Sui blog fioccano neve e storielle edificanti, così, per non peccare di eccentricità, ci metto anche la mia, che mi vien più facile che pensare. Questa è dedicata al mio fratellino, molto fratello e poco ino, e da lui ispiratami (a parte Mammìk che sarei io).

STEFANO e YURI

Stefano ha dieci anni, mille idee e una testa persa tra i cirri.
Mai che trovi quel che cerca: nasconde tesori e dimentica dove; pesca un arnese e lo riperde nel mucchio; ne sceglie un altro e cambia gioco, beato.
I guai cominciano quando si prepara per la scuola. Pantaloni alla rovescia e felpa al contrario, deve scovare le scarpe. ECCOLE, finalmente, proprio nascoste, eh! Però, non una uguale all’altra. Si rivolge alla mamma (Mammìk) e lei, cattivissima: “Arrangiati.” Allora le infila spaiate, tanto anche le calze lo sono: la scarpa rossa con la calza blu, quella grigia con la verde.

Poi esce lemme lemme come sempre, mentre Mammìk, chissà perché, è già stravolta di primo mattino.

I compagni di classe ridono della sua trovata; però passano l’intervallo a scambiarsi scarpe neanche fossero figurine, tenendosele ai piedi fino a casa.

Il giorno dopo il gioco si diffonde su tutto il piano, e nel corso della settimana dilaga per l’intera scuola. Sabato e domenica, poi, per le vie del centro, s’incontrano gruppi di ragazzi stranieri con le scarpe scompagnate: la moda ha contagiato i turisti.

Si avvicinano le vacanze. La maestra assegna il compito di appaiare le scarpe disseminate per il mondo, o rintracciarle, oppure ricostruirne la storia.

Alla ripresa delle lezioni, alcuni alunni si presentano con le loro calzature, altri no: hanno barattato scarpette da calcio con scarponi da roccia, sandali spartani con pantofoline ricamate, scarpe di tela con babbucce di raso… persino stivali con un paio di pinne.
Ma tutti hanno una storia da raccontare.
Stefano ha una ciabattina infradito sola; l’altra è rimasta a Yuri, un bambino conosciuto al mare, verso Trieste. Biondo, intrepido, con un bel sorriso e un piede solo, perché l’altro l’aveva perso calpestando una mina antiuomo dimenticata da una guerra in corso quando lui non era nemmeno nato. Si erano scambiati promesse d’amicizia, indirizzi e numeri di telefono. E le infradito? Ne avevano tenuta una ciascuno, come pegno.

La maestra chiede in prestito la ciabattina a Stefano e la appende al muro, di fianco alla bandiera della pace.

 fine

 

Che la Pace sia con voi!!!!

 

47 pensieri su “Christmas sturiellett

  1. Grazie per questo bel racconto, cara Lillo!

    Ricambio a te il tuo augurio… con il cuore.

    Ti abbraccio
    gb

  2. E’ una bella storia, edificante. Dovrebbero succederne tante di cose così nella vita, purtroppo il fatto che suonino così sorprendenti la dice lunga…
    Un carissimo augurio di sereno Natale, carissima! :-)

  3. Trovo questo racconto ben condotto dalla prima all’ultima parola, sintetico, efficace e pieno di vita. Mi è tanto piaciuto, fino alla sferzata finale, dove sono passata dal sorriso al pianto in un istante, e l’arte è proprio questo: amore, dolore, gioco. Complimenti, Daniela: la prosa e la poesia moderna hanno ormai abbandonato i fronzoli, si sono denudate e hanno addensato i concetti nelle minime parole necessarie. È un grande passo rispetto a solo pochi anni fa, per quanto ancora ci siano autori che, come diceva mio padre, allungano il brodo. Questo tuo racconto, invece, è un succo concentrato. Continua a regalarci queste meraviglie, ne abbiamo bisogno per aprire i cuori all’ironia e alla compassione, ma non chiamarle più “storielle”: sono la vita.

    • :) Mimma!!
      Strano come una critica fatta da un’altra persona ti mostri il tuo lavoro in un’altra luce.. A rileggerla ora mi sembra un po’ più bellina!
      ‘Sturiellett’ in onore di Andrea Pazienza, anche se con lui non sembrano centrare proprio niente niente. Sono storielle che una volta, ‘parlando’ con Alessandra, mi è venuto da definire ‘fantaliete’, mentre le sue son quasi tutte un po’amare
      Penso che ti piacerebbe, pur diversa da te. Il link è
      http://annehecheblog.wordpress.com/

      Non mi funzionan più i commenti…
      Ciao!

  4. E’ proprio una bellissima storia di Natale, e forse come dici tu potrebbe anche accadere…domani esco con due paia di scarpe diverse…gia’ mi immagino in ufficio gli sguardi strani, qualcuno forse me lo farebbe notare ed allora dovrei forse mostrarmi stupita del loro stupore e dire a loro di provare ad uscire dagli schemi, visto che dentro ad essi ci stiamo tutto sommato un p o’ stretti e scomodi…buon natale con tutto il mio cuore!

    • Allora, com’è andata con le scarpe :D ?
      Qualche anno fa, in centro, ho incrociato una bella signora di mezza età vestita in bianco e nero, un tantino optical ma non troppo, con due scarpe dello stesso modello ma una bianca e una nera. Ho dovuto fermarla e congratularmi per l’estetica e l’ardire!! Era Inglese, chiara chiara, ed è arrossita di piacere.
      Ciao, cara Egle.

  5. Sei brava, Lillo, e non… per caso!
    Questo tuo post è vero!
    Tu sei una persona vera!

    Ti abbraccio
    gb

  6. Ma che bella, bella:)
    in fondo anche noi, in queste pagine di blog, ci scambiamo le scarpe-storie e le lasciamo camminare, ciascuno alla nostra maniera, nel segno del condividere.

    A proposito di scarpe.

    Ho passato il periodo del decolleté, solo decolleté e basse, molto basse. (prima c’era stato il periodo dei mocassini, bassi, molto bassi).
    Il periodo del decolleté ha coinciso con l’insegnare nell’unica, amatissima, scuola della provincia con le medie a tempo pienissimo: paese lontano e sperimentazione continua. Significava partire all’alba e tornare la sera, fare tutto in fretta, di corsa, a capicollo, col cuore in gola e la voglia che fosse già domani, per tornare a scuola.
    In classe i ragazzi guardano i miei piedi mentre parlo (mai seduta in cattedra, io) e ridono. Allora guardo anch’io e vedo due decolleté: una marrone con i buchetti e l’altra grigia e nera.
    Io rosso pito, subito.
    La mia allieva più saggia mi fa: si vede che non è razzista, eh….
    :))))

    un abbraccio, Lillo, proprio d’affetto.
    zena

  7. Geniale e scritta col solito garbo, con lacrimuccia finale. Ma è bene ricordarsi (e non solo a Natale) che certe cose avvengono e che il mondo è ancora completamente pazzo.

  8. O caspita… ho iniziato incuriosita, ho continuato divertita e… ho termina col magone.
    Auguri di Pace, giusto, l’augurio più bello e significativo.
    Auguri♥

  9. molto bella … domani provo anche io ad indossare le scarpe spaiate!
    sono in ritardo per gli auguri di natale, di buon anno forse sono ancora in tempo, sicuramente in anticipo per gli auguri della befana !
    ciao ciao

  10. Non mi pare una “storiella”. E’ una gran bella storia. Perfetta per il natale… tra l’altro.

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