La barca nel bosco

Rubo il titolo ad un romanzo per darlo a questo post, che dedico a un uomo che mi manca da più di sei anni, e a un’amica da uno soltanto.

 

Una notte di quasi undici anni fa, attraversando in auto 

la Lunigiana, lui mi disse: “Cosa ci fa una nave sulla collina?” Era là, in gran pavese, con tanto di chiglia, fumaiolo, ponte di comando e murate fitte di oblò.  “Ci fermeremo al ritorno, se non sarà salpata.”

Ripassandoci di giorno, apparve chiaro che una nave non era.  Però rivelò un’altra sorpresa: il campanile della chiesa aveva tutta l’aria di essere un faro. “A Lanterna!” esclamò il mio compagno di viaggio, genovese.

 

Altre volte ripassammo, rimandando ogni volta la sosta: che mai si fece, perché salpò prima lui. Ma qualche mese dopo Mostrillo ed io fummo invitati da amici di amici a passare parte dell’estate nella loro casa di famiglia, diventata ‘residenza estiva’. In un paesino della Lunigiana, mai sentito nominare.

E indovinate di che paese si trattava?

 


INDOVINATO !  Proprio quello!

Il mio pensiero non può non andare anche a Marzia (non è la bimba nella foto, sua figlia), che lì  aveva ospitato Mostrillo due estati fa; e a mia mamma, che era rimasta incantata dalle Apuane.


36 pensieri su “La barca nel bosco

  1. Ma come si fa a commentare qui????
    Tutti che ci complicano la vitaaaaaa.
    Anche youtube cambia grafica arghhh
    Mi manca, mi manca da, ormai, quasi 5 anni ed è nel cuore. Come una scheggia di vetro.

  2. Che strano… ero convinto di averlo già commentato questo post… Comunque sembra davvero bello come paesino :-) Poi quando un post è così carico di ricordi colpisce il cuore a prescindere dalla sua bellezza :-)

  3. conosco il libro di Paola Mastrocola . e udite udite… “rullo di tamburi ” conosco anche il posto , perche’ il mio “lui” ha vissuto in quelle lande per un po’ anni , e, amici dei luoghi la riconoscono da lontano perche’ ha davvero la forma di una nave sulla collina, di sera , perche’ illuminta da un contorno di lucine … ma non ricordo se sempre oppure solo durante le feste di Natale !
    E anch’io ci sono stata …. vedi foto da leonina, non si capisce, ma giuro che e’ proprio li
    Abbiamo delle cose in comune a quanto vedo!

      • ho trovato questo : Le caratteristiche principali del dialetto caprigliolese sono eminentemente cinque:

        la contrazione delle vocali protoniche “e” ed “i” nella mutola (v’dere=vedere);
        l’aggiunta di una “a” in luogo dei prefissi “ra” e “ri” (arcontare=raccontare);
        la trasformazione della vocale finale “a” in “é” (croverté=coperta, fnestré=finestra), peraltro non riscontrabile in nessun altro dialetto e forse retaggio della lunga dominazione fiorentina che prediligeva l’uso delle vocali aperte;
        la trasformazione dei gruppi gutturali “g”/ “gl” e di quello fricativo “ch” in “ghj”, molto marcata (chjesé=chiesa, foghjé=foglia, ghjé’ndà=è andato): questa trasformazione si può riscontrare in alcuni dialetti sia della bassa che della media Lunigiana. La sua derivazione è incerta e solo nella lingua della Corsica si può trovare una similitudine fonetico-sintattica;
        la totale scomparsa delle “doppie” e l’enfatizzazione della consonante “s”.
        Per comprendere quali sono stati gli apporti linguistici con altri dialetti galloromanzi nord-occidentali limitrofi riportiamo qui alcuni esempi:

        • ecco : carino vero ?
          Italiano
          Il corvo aveva rubato da una finestra un pezzo di formaggio; appollaiato sulla cima di un albero, era pronto a mangiarselo, quando la volpe lo vide; era davvero affamata

          Parmigiano
          Al còrv l’äva robè da ‘na fnéstra ‘n tòch äd formàj; pozè insìma a ‘na piànta, l’éra lì lì par magnärsèl, quanda la vólpa l’al vèda; la gh’äva fàma dabón

          Modenese
          Al còrv l’avìva rubê da ‘na fnéstra un tòch ed furmàj; apolaiê in d’la żéma d’un èlber, l’éra lè lè da magnèrel, quànd la vôipa al vádd; l’éra di mòndi famèda

          Genovese
          U crovu u l’avea arubou da un-a fenestra un tocu de formaggiu; asitou ‘nta çimma d’un aebro, u l’ea pe magnàselu, quandu a vorpe u l’a mirou; gh’avea un-a famme da luvi

          Caprigliolese
          R’crovo ghjavé robà da na fnéstré n’toco d’formaghjo; acovà n’tla zimé d’n’arbro, ghjier lì lì pr manghjiarslo, quand’ei cla gorpé i la mirà; l’eré davero afamà

          • Bello!! Ho cercato la traduzione in Milanese senza trovarla; io lo capisco perfettamente ma non lo so più parlare, vivendo a Verona da troppo. Quello che preferisco, comunque, è il Genovese, che mi piace assai.

            (Per una volta non usiamo Creuza de maa)

  4. Facile fosse Pasqua c’è l’abitudine nostra del Venerdì santo, facile che si illuminino anche in altre occasioni.

  5. Ma che strano effetto notturno fa quel paesino, davvero suggestivo, è la prima volta che ne sento parlare. A me piacciono tanto i piccoli paesi un po’ antichi, dove si conoscono tutti e quando passi ti guardano curiosi da dietro le imposte socchiuse. Adesso spero soltanto di riuscire a postare questo commento perché il codice richiesto mi confonde un po’.

    • Che poi, Domenica Luise, in questo mica ti sbirciavano dalle finestre: uscivano e ti fermavano proprio!

      (Ti ho ‘linkata’, spero così di facilitarti le cose)

  6. Ambientazione perfetta per una favola.
    C’è il film “27 baci perduti”, in cui si presenta sulla scena un vecchio capitano di marina con la sua nave, che ha perso il suo mare; è uguale.
    saluti

  7. Che belli i tuoi ricordi, Lillo! Ti saluto, insieme ai miei vampiri alieni, che sono in crisi almeno quanto me. Cominciamo a pensare che ormai l’esistenza è quella che è e che non ci sarà (almeno per noi) un radioso futuro.

  8. Mon dieu, Guido! Allora concediti qualche radioso presente. Anche io sono un po’ al varco… del radioso futuro alle spalle, come diceva il nostro.
    Aspetta che faccio un salto di là…

  9. Io vivo sulle Apuane, la zona che amo di più è proprio quella delle Apuane. E ho tanti bei ricordi legati proprio alla zona li vicino ad Aulla :)
    Buonanotte,
    IrisLuna

I commenti sono chiusi.