MARGHERITA (sturiellett)

Oggi, sono stata catapultata indietro di mezzo secolo: mi sono rivista in lacrime, abbarbicata alla severissima e amatissima maestra allorché finì l’ultimo minuto dell’ultima ora dell’ultimo giorno dell’ultimo anno delle Elementari.
Il Mostrillo ha finito oggi; della sua classe piangevano TUTTI: bambine,  bambini e maestre;  poi, le bidelle, in crescendo;  poi, i bidelli…
Come avremmo potuto, noi genitori, non avere gli occhi lucidi ?

Questa che segue è una storiella scritta per la maestra di matematica;  Margherita è la sua bambina dell’ Altroquando.
MARGHERITA
Margherita dorme beata.
Un sogno le va incontro, fluido e leggero come una barchetta di carta in un ruscello di montagna.
Guarda la piccola barca infilarsi nel bosco e gettarsi nel torrente; riesce a seguirla di cascata in cascata: è fatta di carta argentata e riflette i raggi del sole che filtrano tra le chiome dei faggi.
Ma, allorché il torrente confluisce nel fiume, la perde di vista.
Cammina lungo l’argine per un tratto, poi sale su di un ponte e si affaccia al parapetto: forse la vedrà passare sotto di lei.
Dopodiché, il sogno si trasforma in un incubo: subdolamente, una crepa si apre a pochi centimetri dai suoi piedi; e un’altra poco più in là, e un’altra ancora… fino a che il ponte comincia a sgretolarsi, e rovina nel fiume.

 

Prima di sprofondare in acqua, Margherita si sveglia; ha la testa appoggiata alle braccia, le braccia appoggiate al banco: ancora una volta si è addormentata durante l’ora di matematica.
Frettolosamente, prima che venga cancellata, copia la lezione dalla lavagna; ma poi, da sopra la spalla del compagno, controlla e ricontrolla che le virgole siano tutte al posto giusto: ieri, per una svista, aveva sbagliato un calcolo e di conseguenza tutti gli altri.
“Ecco com’è che, poi, cadono i ponti!” Si dice in uno sprazzo di lucidità.
Ce la metterà tutta per non far crollare la sua media scolastica; di certo, pensa, mai crollerà un ponte per causa sua.
E’ ancora in tempo per diventare una brava ingegnere.

fine

25 pensieri su “MARGHERITA (sturiellett)

  1. Ma daiiiiiiiii Mostrillo ha finito le elementari.. : O !! Posso immaginare le lacrime e quella che diventera’ nostalgia per i compagni , le maestre e la vita molto piu’ spensierata …. Meravigliosa storia …(non avevo dubbi ) e quanto e’ vero che una piccola virgola , o un misero zero possa cambiare la storia , la distanza , i pesi , le lunghezze , le proporzioni, estensioni , dimensioni , consistenze , volumi , equilibri, quantita’ , grandezze, con conseguenze che noi tutti conosciamo .. La maestra non avrebbe potuto avere regalo migliore , in poche parole hai sintetizzato l’insegnamento della vita matematica.
    Un altra cosa,… Altroquando ? …
    BACI MOSTRILLOOOOOO , la vignetta e’ dedicata a te

    • RONDINE, Uhmm…
      quando leggo commenti tanto entusiasti, vi cerco una sfumatura di ironia… Mannò! Non dalla mia cara Rondine, Vero :/ ?
      Grazie per la vignetta, cercavo proprio un’illustrazione adatta.. La trasferisco su.

      ALTROQUANDO è l’Universo parallelo!

  2. E’ davvero singolare la tua scrittura, Lillo; bellissimo questo risveglio. Ritorno quando ho sciolto un po’ di nodi rileggendolo, e saluti al Mostrillo.

    • Ma il ponticello di Margherita non si sgretola per un errore di progetto o di costruzione. Ho immaginato un vecchio ponte a volta di pietra.

      • Dato che era un sogno poteva essere un’arcobaleno… o un sogno spezzato… Ah, dici quei vecchi ponti a schiena d’asino? Può essere, lei, in mate, rischiava le orecchie d’asino….

        • Sì, quelli per i muli e i carretti, che oggi vanno bene anche per i SUV, ma non oltre. Che sotto hanno la volta a botte di pietra, ma anche di mattoni. Più tardoromanici che tardoromantici.

  3. Ricordo la “finta” indifferenza di Luca di fronte alla commozione di tutti, che poi si sa una lacrima tira l’altra e poi non ci si ricorda più chi ha cominciato perchè ha cominciato….sono cose che vanno “fotografate” e qualcuno che aiuti a farlo è un bene che si ci sia…quanto vorrei ricordarmi più momenti di quel periodo delle mia vita…le tue sturiellett sono stupende…

    • Oh, Egle, è vero! Alex mi diceva che i maschi cercavano di non piangere, mentre ‘la Franci’ si sforzava in tutti i modi ma non le riusciva…

  4. La fine dell’anno scolastico commuoveva perfino i miei, che erano grandi, usciti dalle scuole medie, su su fino all’esame di maturità. È stato come avere tanti figlioli, vorrei conoscere le loro storie ad una ad una.

  5. La fine delle elementari è il primo grande distacco, la prima svolta, la consapevolezza che niente sarà più come prima…. carrrrrrrrrrrrrrrriiiiiiiiiiiiiii, quanto sono carucci così emossionati…. sigh sigh!

    In bocca a tutti i lupi del mondo!

  6. e tu ? .., ricordi quel giorno ? Io no… ho paura che siano quei ricordi importanti che pero’ si perdono nel tempo .

  7. Anch’io non ho ricordi del mio ultimo giorno delle elementari.. quasi non fossi andata a prendere la pagella!!!!
    Ma ricordo benissimo il mio ultimo giorno di scuola come maestra: gli alunni felicissimi (cambiano i tempi)!!!! E dopo al pranzo con le colleghe ero senza voce e con gli occhi rossi dal pianto!!!
    Bacione Lietta

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