Écho du Grand Bois (STURIELLETT)

 

ÉCHO DU GRAND BOIS

 

http://luli118961.files.wordpress.com/

 

ÉCHO DU GRAND BOIS

 

 “Eco era una Ninfa dei monti perdutamente innamorata di Narciso”  legge Donatella, prima liceo,  “Lui fuggì e lei si lasciò morire. Non ne rimase che la voce.”
Ecco come sono i maschi, conclude la ragazza cupamente, scagliando il libro lontano.
Nel giro di un’estate, da bimba spensierata che era, si è trasformata in un’adolescente lunatica e bizzarra; nondimeno, è contenta della sua vita – benché talvolta, per darsi un tono, dica che è uno schifo.  Donatella ama gli zii che l’hanno cresciuta – anche se vorrebbe tanto ricordare i genitori; adora i cuginetti – tranne quando li strozzerebbe di gusto; ama la scuola e i compagni – pur chiedendosi, di tanto in tanto, se ha scelto quella giusta; e il paesello – che comunque comincia ad andarle stretto; e soprattutto ama la montagna tutt’intorno, anche se ha l’impressione che sia cambiata insieme a lei, con quei sentieri che percorreva allegramente e che ora paiono serpeggiare infidi. Sono gli stessi che da sempre portano al Grande Bosco, dove, ne è certa, i suoi giocano insieme agli spiriti della natura che lì s’incontrano, rincorrendosi con Elfi e Gnomi.
Vi si reca sovente; a volte solo per sentirli chiacchierare con voci di foglie e ruscelli; talvolta per piangere in santa pace; certi giorni, invece, per chiedere consiglio all’Eco del Gran Bosco.
Oggi è uno di quei giorni. E’ afflitta e arrabbiata insieme.  Arriva sino al limitare della selva che si affaccia bruscamente su di un dirupo.
“Eco del Grande Bosco, amica mia, ” esclama, “perché i miei sentieri son diventati crepacci, e precipizi, e orridi ? ”
L’Eco risponde: “… RIDI …”
“E di cosa? Non c’è più niente che m’incanta! ”
L’Eco risponde: “… CANTA …”
“Non posso, ho un nodo alla gola … le persone a cui io volevo bene, erano le stesse che amavano me, ma ora … più niente combacia … ”
“… BACIA …”
“Come?!?  Figurati!  Non sto ad annoiarti con i fatti miei, ma …  insomma, son diventata timorosa!”
“… OSA …”
“NO!”
“… NO ...”
“Osare, no! Non ci penso proprio, non voglio … non voglio un rifiuto, voglio … essere cercata… non voglio che i ragazzi … ehm … approfittino di me, e magari neanche un grazie, sai cosa intendo. Lo dicono anche i grandi: se sbagli, la vita non perdona!”
L’Eco risponde: “… DONA …”
A questo punto, Donatella si blocca.  DONA …
Il suo nome sarebbe Donata, gli zii dicevano di lei che era stata loro donata.  Gli amici però la chiamano Dona e forse in quel nomignolo sta un segreto. O un suggerimento.
Pensierosa, riprende il sentiero verso casa.
Fatti pochi passi, si ferma, si rivolge al Grande Bosco e sussurra: “ Grazie, ora sto meglio.” E aggiunge, ridacchiando: “Non andar via, eh! A presto!”
Ed Eco mormora: ”… RESTO…”
 
Fin
 
https://www.youtube.com/watch?v=SeV8AnpuTmM
https://www.youtube.com/watch?v=qYi_WTsJ3ic

 

Esattamente un anno fa postavo una storiella dedicata alla mia mamma e al mio papà.  Questa, invece, l’avevamo scritta insieme, lei ed io. Avevamo preso spunto da una poesia che mi recitava quand’ero bambina:   L’Écho du Grand Bois .  Non so se mi piacesse di più la poesia o il suono della sua voce. 

 Ps: Mia mamma si chiamava Angela; Donatella è vivissima, sta benone, la saluto :-)

 

23 pensieri su “Écho du Grand Bois (STURIELLETT)

  1. ….. Grande Bosco , con la scusa dell’eco , comprende e rimargina le ferite , naturalmente solo a chi lo sa ascoltare !
    Anch’io in montagna ho un meraviglioso bosco di pini , gli ho sempre parlato e domandato , restavo in attesa di un qualsiasi suono , che tante volte captavo e riconoscevo come una risposta … e speravo che fosse davvero un segno , qualche cosa di buono … ma forse era solo una illusione, qualche cosa a cui avrei voluto attaccarmi con tutte le forze, perche’ poi nella realta’ nulla e’ successo , quello che avevo di piu’ caro l’ho perso !!

    • Rondine,
      Fortuna averlo avuto, quello che avevi così caro. E poi non è detto, chissà che nel tuo bosco due spiritelli invisibili non facciano capolino tra le primule e i ciclamini in primavera, occhieggino dal ruscello in estate, da sotto il tappeto di foglie in autunno e tra i bucaneve in inverno. Prova a guardare ancora, con occhi diversi.

  2. Mi sarebbe piaciuto vedere Venere e Giove in congiunzione, proprio oggi che è un anno giusto dalla morte della mia mamma.
    Non è una coincidenza meravigliosa?
    Non si vede un bel niente, da qui, ma sapere che c’è è bello.
    Domani riproverò, in collina.

    • io li ho seguiti i giorni precendenti , non sapevo che fossere due pianeti , pensavo Venere e Sirio ; ma mi incuriosivano perche’ come una danza si avvicinavano . Pensavo ai genitori che da pulviscolo cosmico erano diventati due stelle luminosissime e, naturalmente, vicine una all’altra …

  3. CapeHorn,
    a volte non si è neppure abbastanza generosi da accettare. Son cose che vanno insieme, e rendono più leggero vivere.

    Ale,
    Davvero ti è piaciuto? Vorrei anche postare più storielle, ma 1°), son infantili; 2°) temo quei “Bello, Brava, Oh!” buttati lì per compiacenza. Non so se puoi capire… da te non accade di certo :)

I commenti sono chiusi.