Post Post del 21 ottobre.
Il titolo originale era LA BELLEZZA DEL DISORDINE , poi modificato per non influenzare i commenti.
Io ci ho trovato la bellezza per le chiazze di colore inaspettato, indubbiamente, ma anche per il fatto di saperle effimere, in quanto sarebbero state presto ridipinte -da Brumbru- (trattandosi non di mosaico, ma di vernice); vogliamo parlare di effimericità e bellezza?
Ma la cosa che più mi piace è che casi come questo appaiano all’improvviso e ti risveglino una parte di cervello che spesso, su percorsi noti, va in automatico ed è cieco a tutto ciò che esce dalla norma.
Come, poniamo, una persona stesa a terra.
La foto è stata scattata in una via di Milano.
Per aggiustare le tubature sottostanti, i cubetti di porfido eran stati rimossi, indi risistemati in modo casuale, senza che ricostruissero le strisce blu che delimitavano il parcheggio nè quelle gialle della corsia preferenziale dei filobus. E non so che altro.
I tombini dovevano esser stati utilizzati come tavolozze per le prove di colore con cui ridipingere le strisce.